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Sconto in fattura Ecobonus, tanti lavori a rischio per le pmi della filiera edile
A cura dell’Ufficio Stampa
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ll no deciso di Confartigianato allo sconto sulle fatture per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus, previsto dal Decreto Crescita, si basa sulla consapevolezza della profonda distorsione della concorrenza introdotta dalla norma – come puntualmente evidenziato dall’Antitrust che ha dato ragione a Confartigianato – a danno di delle micro e piccole imprese operanti nel settore delle costruzioni, In settimana Confartigianato ha ribadito la posizione in una comunicazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Il mercato sostenuto dall’ecobonus ammonta al 6,6% degli interventi di manutenzione straordinaria sugli edifici residenziale. Il 37,1% degli investimenti sostenuti da ecobonus si riferisce ai serramenti, il 16,9% alle caldaie a condensazione, il 15,9% a pareti verticali, il 14,5% a pareti orizzontali, il 6,7% a pompe di calore, il 3,8% a schermature solari, l’1,1% al solare termico e lo 0,5% a Building automation. Il report semestrale sul settore delle costruzioni, presentato all’Assemblea di Anaepa Confartigianato Edilizia, esamina gli effetti del provvedimento su di una impresa tipo di cinque addetti nel settore delle costruzioni, comparto composto da edilizia, installazioni di impianti, posa in opera di infissi ed altri lavori specializzati, profilo che rientra nella classe di addetti più numerosa del settore, anche nel territorio cesenate nella quale si colloca il 42,5% degli addetti del comparto.
“Nell’ipotesi in cui gli interventi per efficienza energetica pesano per il 50% del fatturato aziendale si evidenzia che la norma – rimarca il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena – dal quarto anno, mette fuori mercato la nostra impresa tipo. Nei primi tre anni lo sconto praticato ai clienti rimane inferiore alle somme versate all’Erario – imposte su reddito, ritenute dei dipendenti, contributi, Irap e Iva – consentendone il completo recupero da parte dell’impresa, ma dal quarto anno questa condizione non si avvera più e l’impresa è costretta, per quell’anno, a rinunciare alla gran parte degli interventi incentivati; e nel quinto anno la rinuncia per incapienza è totale. Nell’arco dell’intero quinquennio è del 37% la riduzione del fatturato sul segmento interessato dalle detrazioni fiscali per riqualificazione energetica. Se l’impresa è fortemente specializzata negli interventi per efficienza energetica, con un peso del 75% del fatturato dell’impresa, la situazione peggiora. Lo sconto, infatti, può essere recuperato solo nel primo biennio mentre già nel terzo anno si registra una incapienza di versamenti all’Erario per la quasi totalità dei lavori e nell’ultimo biennio sarà necessario rinunciare alla totalità dei lavori incentivati; nell’arco del quinquennio l’impresa perderà oltre la metà (58%) degli interventi beneficiati da incentivi. Ecco dunque come i dati rendono plasticamente la necessità di evitare lo sconto in fattura per l’ecobonus e il sismabonus dando ragione alla battaglia condotta strenuamente da Confartigianato”.
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Credits: Federico Lodesani