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Riforma degli ammortizzatori sociali, bilateralità alternativa da sostenere
A cura dell’Ufficio Stampa
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Il testo sulla riforma degli ammortizzatori sociali contenuto nel disegno di legge di Bilancio 2022, va nella giusta direzione: la riforma sembra infatti idonea a garantire un modello di ammortizzatori sociali più inclusivo e guidato dal principio dell’universalismo differenziato, quindi in grado di assicurare a tutti i lavoratori una protezione adeguata e differenziata in base alle caratteristiche settoriali e alle dimensioni aziendali.
Lo mette in luce il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena. “Il comparto dell’artigianato, questa la nostra valutazione congiuntamente alle altre organizzazioni di categoria – afferma il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena (Daniela Pedduzza, Marcello Grassi e Stefano Ruffilli, nella foto) vede valorizzata e rafforzata l’esperienza del proprio Fondo di solidarietà bilaterale alternativo Fsba che, fin dalla sua costituzione, ha erogato prestazioni a tutte le imprese artigiane – anche quelle con un solo dipendente – facendo esclusivamente leva sulla contribuzione propria. Per questo motivo, anche durante la crisi determinata dalla pandemia, le imprese artigiane non hanno mai fatto uso della cassa integrazione in deroga, avendo invece utilizzato dapprima e per intero le risorse del Fondo derivanti dalle contribuzioni e, successivamente, come tutti i settori, le risorse appositamente stanziate per la Cassa Covid. Consideriamo estremamente opportuna, quindi, la precisazione contenuta nel ddl di Bilancio in merito alla natura obbligatoria della contribuzione ai fondi di bilateralità alternativa”.
“Confartigianato, infatti, si è sempre battuta – prosegue il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena – per prevedere l’obbligatorietà dell’adesione e della relativa contribuzione al Fondo per tutte le imprese artigiane. È importante valorizzare e confermare le esperienze dei fondi bilaterali. L’obiettivo deve essere quello di una riforma degli ammortizzatori equa, in grado di accompagnare le trasformazioni, oltre a favorire un maggiore collegamento con le politiche attive del lavoro, alla luce anche di quanto si va definendo per il post pandemia, assicurando trattamenti ordinari e straordinari per tutti i lavoratori, ma differenziati per settori e entità, tenendo conto anche delle dinamiche peculiari dei diversi settori produttivi e valorizzando la bilateralità alternativa”.