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Picone, presidente di Confartigianato Meccanica e Subfornitura: “Produzione in calo, ma crescono gli investimenti nei macchinari”
A cura dell’Ufficio Stampa
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La complessa congiuntura della manifattura che si registra anche nel territorio cesenate e romagnolo presenta effetti amplificati sulla meccanica settore chiave del made in Italy. Sulla crisi della meccanica incide l’incertezza geopolitica che indebolisce la ripresa del commercio internazionale. Agisce da ulteriore freno la guerra commerciale innescata dai dazi degli USA. La stretta monetaria ha portato in territorio negativo il trend della domanda di investimenti in macchinari e impianti, mentre la recessione in Germania e il basso profilo di crescita della Cina pesano sulla domanda di prodotti del made in Italy. La fase recessiva della meccanica è condizionata anche dalle incertezze dell’automotive nella difficile transizione alla mobilità elettrica.
L’analisi del comparto è contenuta nel Rapporto Confartigianato Meccanica 2025 ‘Imprese della meccanica, tra incertezze dei mercati globali e sfide della twin transition’ presentato dall’Ufficio Studi con l’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna il 6 marzo 2025 al Villaggio Confartigianato al MECSPE di Bologna”.
“Il rapporto – rimarca Mario Picone presidente territoriale di Meccanica e Subfornitura Confartigianato cesenate presente all’incontro – analizza le condizioni del settore della meccanica in Italia e le prospettive per il 2025, evidenziando le principali sfide e opportunità per un settore strategico per l’economia italiana, con una forte specializzazione in alcune regioni fra cui l’ Emilia-Romagna. La produzione meccanica ha subito un calo del 6,4% nel 2024, più marcato rispetto al calo del 3,7% del manifatturiero nel suo complesso. La doppia transizione, digitale e green, è un fattore chiave per delineare il futuro del settore. Il rapporto esamina lo stato dell’arte nei processi di digitalizzazione delle imprese – con un focus in relazione al progetto Gate4Innovation avviato da Confartigianato -, dell’efficientamento energetico e della riduzione dell’impatto sull’ambiente. Permane una elevata difficoltà nel reperire personale con competenze qualificate, in particolar modo nell’ambito digitale e della sostenibilità. Il commercio internazionale ha mostrato segnali di ripresa, ma con un ritmo inferiore alle attese. Sull’export gravano i timori dei dazi USA mentre la recessione della Germania genera un impatto negativo sulle esportazioni italiane di prodotti della meccanica”.
La stretta monetaria ha aumentato il costo del credito, penalizzando la domanda di investimenti, in particolare in macchinari e impianti. L’occupazione presenta un calo nei prodotti in metallo, macchinari e mezzi di trasporto, mentre rimane in positivo per metallurgia e riparazione macchinari. Le previsioni della domanda di lavoro sono in forte calo nella primavera del 2025. “All’interno di un quadro critico del settore – prosegue il presidente Picone -, il Rapporto Meccanica 2025 di Confartigianato evidenzia alcuni significativi segnali positivi relativi al miglioramento delle attese sugli ordini, la tenuta e la crescita della produzione in settori con elevata presenza di imprese artigiane, il proseguimento della riduzione tassi da parte della BCE, la crescita congiunturale degli investimenti in macchinari e impianti nell’ultimo trimestre del 2024 dopo quattro trimestri consecutivi di calo, una complessiva resilienza dell’occupazione, il calo degli infortuni nell’artigianato”.
Nella foto il presidente Mario Picone.