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Giustizia lumaca, macigno per la competitività delle imprese
A cura dell’Ufficio Stampa
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L’appetibilità imprenditoriale di un territorio, oltre che la sua vivibilità nella piena fruizione del diritto di cittadinanza, dipende anche dai tempi e dall’efficacia della giustizia. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si prefigge di ridurre nel nostro Paese del 40% la durata dei procedimenti civili, nel tentativo di ridimensionare il divario spaventoso di competitività con Germania, Francia e il resto dell’Unione per quel che attiene l’attrazione di investimenti esteri.
“Da un’indagine di Confartigianato – rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena – emerge che e cause di primo grado si esauriscono in 419 giorni, a cui vanno aggiunti altri 891 per l’appello. Totale, 1.310 giorni. Tre anni e mezzo, in media. Se gli obiettivi del Pnrr fossero conseguiti, entro il 2026 si potrebbero scendere di 301 giorni, secondo ila stima dell’ufficio studi della Confartigianato diretto da Enrico Quintavalle. Conteggiando anche la diminuzione “fisiologica” si potrebbe scendere teoricamente a 786, ma si tratta di una durata ancora troppo lunga rispetto al resto d’Europa. E c’è un altro elemento allarmante che emerge dall’analisi Confartigianato: le differenze macroscopiche di durata dei procedimenti civili fra le diverse sedi giudiziarie, tra Nord e Sud.
“La durata dei processi incide negativamente sulla percezione della qualità della giustizia – rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena – e anche il costo economico della giustizia lumaca è pesante da tollerare. I problemi legati al fattore tempo in particolare per la giustizia civile e del lavoro, che così tanto interessano anche il sistema delle imprese territoriali, devono essere affrontati seriamente con le doverose migliorie. La lentezza della giustizia civile non può continuare a frenare continua a frenare la competitività delle imprese”.