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Imprese, con la guerra si agita lo spettro del lockdown energetico
A cura dell’Ufficio Stampa
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Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto anche le imprese del cesenate e della Provincia di Forlì-Cesena in una delicata fase di transizione post-pandemia, amplificando a dismisura gli effetti, già gravi, della crisi energetica e le strozzature di offerta delle filiere globali. Lo mette in luce Confartigianato Cesena.
“Il conflitto – rimarca il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena (Stefano Ruffilli, Daniela Pedduzza e Marcello Grassi) – sta agendo da moltiplicatore su prezzi delle materie prime e dell’energia che già nel 2021 erano saliti in modo straordinario.Il report ‘Venti di guerra e caro-commodities: i rischi per le imprese e la crescita’ di Confartigianato ha messo in luce come la sospensione delle importazioni provenienti dal teatro di guerra stia spingendo in alto i prezzi di diverse commodities e allungherà i tempi di consegna. Dall’area interessata dal conflitto importiamo quote rilevanti degli acquisti dall’estero di ferro, ghisa e acciaio, di ghiaia, sabbia e argille, di cereali e fertilizzanti. Con la guerra scoppia l’’iperinflazione’ energetica. A febbraio il prezzo del gas era più che quadruplicato nell’ultimo anno, con l’invasione dell’Ucraina è ulteriormente raddoppiato. L’alto utilizzo del gas per generare elettricità porta a marzo 2022 il prezzo della borsa elettrica oltre cinque volte il livello di un anno prima”.
“Le violente sollecitazioni sull’offerta e sui prezzi delle commodities indotte dal conflitto – prosegue il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena – mettono sotto pressione i settori manifatturieri con una maggiore intensità energetica: dalla petrolchimica alla metallurgia, dal vetro e la ceramica alla carta. In questi comparti ‘energy intensive’ sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi sta diventando insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown sanitario siamo arrivati al lockdown energetico. Le carenze di materie prime provenienti da Russia e Ucraina coinvolgono le imprese nei settori di alimentare, metalli e costruzioni, mentre il caro-carburanti colpisce il trasporto merci e persone. Altre imprese in difficoltà le troviamo nei territori maggiormente esposti sull’export di moda e macchinari in Russia e Ucraina”.