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Stasera Confartigianato lancia il Campus Impresa. Aziende condotte da giovani in rapporto al totale, Provincia di Forlì-Cesena fanalino di coda: serve un grande patto formativo
A cura dell’Ufficio Stampa
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Giovani e futuro questa sera alle 20.30 al centro del convegno in cui Confartigianato presenta la nuova iniziativa Campus Impresa. L’incontro è intitolato “Intelligenza Artigiana. Investire sui Giovani per costruire futuro. Orientamento, Formazione, Lavoro: il Campus Impresa di Confartigianato” e si tiene nella sede di via Alpi. Tornare a parlare di giovani nell’Anno Europeo delle Competenze rappresenta per Confartigianato un momento importante per ribadire che il cambiamento inizia dalla formazione, da un nuovo rapporto scuola/impresa e dall’attenzione per un ricambio generazionale che possa coniugare i valori e le capacità del passato con le nuove opportunità offerte dalla transizione digitale ed ecologica.
Prenderanno parte al dibattito Vincenzo Colla, assessore regionale sviluppo economico, Pietro Francesco De Lotto, Presidente della Commissione consultiva per i cambiamenti industriali, Stefano Micelli, professore di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Ca’ Foscari e Elisabetta Pistocchi, direttore Formart Emilia Romagna.
Ma qual è il quadro della situazione dei giovani? Nel 2021 i Neet, coloro che non studiano né hanno un lavoro, sono il 23,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni, quota che colloca il nostro Paese al primo posto nell’Unione Europea dove la media è del 13,1%. Il segmento più critico è rappresentato da Neet inattivi: allargando l’analisi agli under 35, i dati di dettaglio per condizione professionale disponibili al 2020 indicano che 1 milione 114 mila Neet non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare, il valore massimo del decennio. L’Italia è caratterizzata anche dal fenomeno crescente della “fuga di giovani cervelli”: in 5 anni (2016-2020) tra i giovani italiani under 40 laureati gli espatri superano i rimpatri di 65 mila unità. Tra 2011 e 2020 il saldo migratorio con l’estero di questa fascia di età è negativo e crescente. Le previsioni demografiche segnalano una diminuzione ed invecchiamento della popolazione italiana, la quale nei prossimi 20 anni (2022-2042) scende del 5,3% con i giovani under 35 in calo del 14,2%, mentre la classe 35-64 anni si riduce del 20,5%, a fronte dell’aumento di oltre un terzo (+34%) degli anziani con 65 anni ed oltre. Il cambiamento demografico influisce negativamente sugli start-up di impresa, sul tasso di innovazione e di crescita della produttività.
Nel territorio di Forlì-Cesena, il totale della popolazione in età non attiva (quindi per definizione da 0 a 14 anni e da 65 anni in poi) costituisce il 59,7% di quella in età attiva; l’indicatore si presenta superiore al dato medio regionale (58,5%) e nazionale (57,5%). Ancora più evidente è lo squilibrio all’interno della popolazione in età attiva: infatti, le persone da 40 a 64 anni sono il 52,0% in più rispetto ai residenti da 15 a 39 anni e quelle con età compresa fra i 60 e i 64 anni (potenzialmente in uscita dal mercato del lavoro) sono il 45,0% in più rispetto a quelle di età compresa tra i 15 e i 19 anni (potenzialmente in entrata nel mercato del lavoro). Un altro elemento fondamentale per mettere a fuoco la struttura imprenditoriale locale è costituito dall’Osservatorio Infocamere sulle imprese giovanili. Al 31 dicembre 2022 in provincia di Forlì-Cesena risultano attive 2.418 imprese giovanili, corrispondenti al 6,6% del totale; l’incidenza è inferiore a quella regionale (7,4%) e nazionale (9,0%). Rimane molto basso il peso delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive provinciali; in tal senso, infatti, Forlì-Cesena occupa l’ultimo posto sia a livello regionale sia in ambito nazionale (su 105 province di analisi). I dati locali sono quindi peggiorativi rispetto ad una situazione nazionale già non rosea: in Italia negli ultimi 5 anni abbiamo perso oltre 50.000 imprese giovanili attive (-10,6% sul totale).
Ma qual è il contesto socio-economico in cui i giovani lavoratori, in particolare autonomi, stanno operando?. Siamo passati dal “secolo breve” al “secolo dell’incertezza”. In Italia negli ultimi 14 anni (2008-2021) si sono registrati 6 anni di recessione. In circa 20 anni si sono susseguite dieci gravi crisi (dall’ 11 settembre 2001 alla guerra Ucraina) con le conseguenti turbolenze sui mercati e la necessità di continui adattamenti. Un contesto irto di criticità in cui le azioni suggerite da Confartigianato chiameranno a cooperare tutti gli attori del dibattito economico e sociale anche attraverso un ritrovato patto territoriale. Confartigianato c’è e lancia il Campus Impresa, grande contenitore di strumenti per favorire orientamento, formazione e lavoro.
Nella foto il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena.