C’era una volta a San Piero via Garibaldi viva

C’era l’ufficio del compianto Pastrocchio, c’era seduto sulla panca, davanti a Galileo, ‘Basclet’ con la sigaretta sempre in bocca, le dita marroni e i baffi ingialliti dal fumo, e c’era la ‘Virgigna’ che vendeva anche le pere e le mele cotte inzuccherate. Oggi la mia amata via è spenta e i locali sono nella maggior parte chiusi e bui. Ci sono state varie occasioni per aprirne alcuni, ma un mostro ce lo ha impedito. Quando esistevano la logica ed il buon senso la categoria di inquadramento di questi locali era definita “Commercio e Servizi” che ci permetteva di aprire attività artigiane sia in un C1- negozio, sia in un C3- laboratorio, nella logica che nel più ci sta anche il meno.Il delitto fu commesso quando fu eliminata la parola “servizi”. 

Il colpevole è ancora latitante.

Oggi ci troviamo locali chiusi perché i proprietari desistono e rinunciano all’affitto, fra cambi di destinazione d’uso da negozio a laboratorio,Cile, Scie, Suap e Ausl che portano al declassamento del locale e poi viceversa per riportarlo all’origine con a carico costi elevati e monetizzazione di parcheggi e verde pubblico e l’incertezza che poi la riqualificazione avvenga. La domanda è: ma locali costruiti ante-guerra, che siano C1 o C3, rimarranno pur sempre gli stessi, o no?

E allora: perché non possiamo aprire attività di parrucchiera, estetista, calzolaio, lavanderia, piadineria, gelateria, rosticceria, tatuaggio, pasticceria, fornaio, riparazioni in genere, sarta, magliaia e l’elenco sarebbe ancora lungo? Purtroppo, carissima mia via Garibaldi, sono scomparsi anche il buon senso e la logica, affetti da un male incurabile, ma ti prometto che non ci rassegneremo all’oblio, al declino e al buio delle serrande abbassate.

Nella foto via Garibaldi in una foto d’epoca.

Pierluigi Battistini, cittadino, via Garibaldi 9 San Piero in Bagno