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Imprese artigiane, scoppia la rivoluzione green

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Il Recovery Plan è l’occasione per accompagnare le micro e piccole imprese nella nuova economia post Covid. Lo mette in luce il Gruppo di Presidenza Confartigianato che ha recepito il documento sottoscritto da Confartigianato Emilia Romagna.

“Si deve partire dall’abbattimento della burocrazia – mettono in luce i presidenti Marcello Grassi, Daniela Pedduzza e Stefano Ruffilli  -. Il successo delle misure del Piano per far ripartire l’economia dipende da rapidità di progettazione, efficienza nella gestione e attuazione amministrativa, accessibilità immediata per le piccole imprese. È necessario anche nel territorio cesenate colmare il divario infrastrutturale accumulato nei decenni, che penalizza i territori e la loro competitività. Si attendono investimenti in infrastrutture materiali e immateriali di collegamento delle persone, delle merci e delle informazioni, puntando sugli appalti ‘a Km zero’ e sugli incentivi, come il Superbonus 110%, per la riqualificazione del patrimonio edilizio che vanno resi stabili. È strategico inoltre  un piano di riconversione e recupero degli edifici esistenti sia pubblici che privati che creerebbe opportunità di lavoro per centinaia di imprese del territorio”.

“Anche nel Cesenate un’alta percentuale delle piccole imprese, attorno al 60-70%,  è da tempo impegnate in azioni ‘green’ finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività – aggiunge il Gruppo di Presidenza – . Il Recovery Plan e il Ministero della Transizione ecologica rappresentano una grande opportunità per valorizzare questa propensione, rendendo i piccoli imprenditori protagonisti della ‘rivoluzione verde’. Deve essere introdotto inoltre un accesso reale e praticabile per le piccole imprese ai tecnopoli e ai centri di ricerca e serve una maggiore disponibilità da parte del mondo della ricerca a rilevare i bisogni delle piccole imprese. Le politiche del lavoro e della programmazione della formazione vanno territorializzate per una maggiore efficacia delle azioni realizzate (occupabilità e qualificazione dei lavoratori). Quanto a un unico ammortizzatore sociale identico per tutti i settori, Confartigianato è contraria, perché deve essere calibrato sulla dimensione dell’impresa”.