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Il giovane Alen porta il sushi a San Piero in Pagno

A cura dell’Ufficio Stampa 
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Una nuova attività artigianale ha aperto a San Piero in Bagno, in via Corzani, all’ingresso nel centro del paese. Il 1° dicembre ha inaugurato Sushi River, con titolare Alen Puzzolo, 23 anni. L’impresa è  associata a Confartigianato.  “Sono affiancato da una collaboratrice e felicissimo di aver avviato l’attività imprenditoriale – dice il titolare -: l’idea mi è venuta durante il lockdown quando la richiesta alta di sushi e di cibi giapponesi restava insoddisfatta e allora ho deciso che potevo fare qualcosa per colmare il buco”.

“In generale – prosegue Alen Puzzolo – il settore del food è uno di quelli tuttora in crescita e in cui, se si è bravi, si possono ottenere soddisfazioni. Sono anche molto felice di aver aperto l’attività nella mia san Piero in Bagno e di poter contribuire allo sviluppo dell’economia della nostra Alta Valsavio. I riscontri dei primi giorni sono stati positivi, siamo partiti con fiducia e propositività, nonostante la convivenza col covid. Ora vogliamo farci il nome con la bontà del sushi e dei cibi giapponesi e diventare un punto di riferimento”.

“É sempre una festa per il paese quando aprono attività giovani entusiasti di intraprendere – rimarca Pierluigi Battistini, responsabile Confartigianato Valle Savio –.Il locale è bello, accogliente e bene arredato e accenda una nuova luce a San Piero in Bagno. Siamo arrivati all’apertura, tuttavia, dopo un percorso lungo e colmo di adempimenti burocratici con un intreccio di competenze e pareri da rimanere allibiti ed anche demoralizzati. L’apertura è potuta avvenire grazie al fatto che questo locale è uno dei pochi nel nostro Comune accatastati come laboratorio C3. Come Confartigianato ha avuto più volte modo di rimarcare, quando esistevano la logica ed il buon senso la categoria di inquadramento di questi locali era definita “Commercio e Servizi”e ciò permetteva di aprire attività artigiane sia in un C1-negozio, sia in un C3 laboratorio. Poi fu colpevolmente eliminata la parola “servizi”e così oggi  troviamo tanti locali chiusi perché i proprietari desistono e rinunciano all’affitto, fra cambi di destinazione d’uso da negozio a laboratorio, con Cile, Scie, Suap e Ausl che portano al declassamento del locale e poi, per riportarlo all’origine, ci sono a carico costi elevati e monetizzazione di parcheggi e verde pubblico e l’incertezza che la riqualificazione avvenga”.

“La domanda, quindi  – prosegue Battistini – è molto semplice: ma locali costruiti ante-guerra, che siano C1 o C3, rimarranno pur sempre gli stessi, o no? Non si può più andare avanti così: in questo momento drammatico in cui la pandemia determina situazioni di crisi e di chiusura di tante attività e in cui i centri storici si spopolano e rimangono con  saracinesche abbassate bisogna imprimere una svolta. Per ripartire ci vogliono sì le regole, ma regole nuove e snelle eliminando tutta la burocrazia inutile e soprattutto i pareri di troppi enti e troppi funzionari. La voglia di intraprendere c’è, con giovani pronti a mettersi in gioco come dimostra anche l’apertura di Sushi River, ma l’eccesso di burocrazia e regole ingabbia tanti progetti e questo non è più accettabile”.

Nella foto Alen Puzzolo con le impiegate di Confartigianato di San Piero in Bagno all’inaugurazione del Sushi River in via Corzani.

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Credits: Federico Lodesani

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