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Confartigianato, sos: “Con la pandemia cresciuti i giovani Neet che non studiano e non lavorano”

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Anche in Emilia Romagna e nel nostro territorio provinciale e cesenate sta crescendo con la pandemia il numero  dei Neet, acronimo di Not in Education, Employment or Training,e attestandosi su percentuali preoccupanti. Si tratta di uno degli indicatori statistici che descrive la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro misurando la quota di coloro che non hanno un lavoro, né sono inseriti un percorso di istruzione o formazione .

La problematica concerne la formazione dei giovani e dell’emergenza educativa da sempre cara a Confartigianato Cesena a cui è dedicato il primo ‘Quaderno’ della Fondazione Germozzi, nel quale l’Ufficio Studi Confartigianato ha curato una ampia analisi degli indicatori del mercato del lavoro giovanile, tra cui anche la quota di Neet under 30.

“Nel confronto internazionale, tra gli Stati  dell’Unione Europea si osserva un’ampia variabilità nei tassi di Neet – osserva il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena -. Nel 2020, per le persone  tra 15 e 29 anni, l’incidenza di soggetti non occupati (disoccupati o inattivi, al di fuori della forza lavoro) e non inseriti in un percorso formativo e di istruzione risulta più contenuta nei Paesi Bassi (5,7%), in Svezia (7,2%), in Lussemburgo (7,7%) e Germania (8,6%).%). Un confronto tra Italia e Paesi Bassi, gli Stati membri dell’UE con i tassi di Neet più alti e più bassi nel 2020, rivela che la percentuale di Neet è 4,1 volte più alta tra gli under 30 italiani che tra i giovani olandesi. In generale è più frequente le giovani donne non abbiano né un lavoro né un’istruzione e una formazione: nel 2020, un quarto delle giovani donne  in Italia sono Neet, di 4 punti percentuali superiore alla corrispondente quota dei giovani uomini. Nell’anno della pandemia, con gli effetti del lockdown sul mercato del lavoro, la presenza dei Neet è tornato a salire, dopo una costante riduzione tra il 2014 e il 2019”.

In Italia – prosegue il Gruppo di Presidenza – il 15,7% dei giovani fino a 29 anni oltre a non essere né un percorso di istruzione o formazione, non si offre nemmeno sul mercato del lavoro, un tasso quasi doppio dell’8,6% della media Ue e il più alto tra i 27 paesi dell’Unione europea, davanti a Bulgaria (14,7%) e Romania (14,7%). Un aspetto più critico per l’Italia è dato dall’aumento nel 2020 di 1,7 punti percentuali di questa quota di Neet under 30 che non si offrono sul mercato del lavoro, il secondo incremento più elevato nell’Ue, dopo l’Irlanda. Nel nostro Paese la quota di Neet più elevata della media si riscontra in sette regioni del Mezzogiorno con in testa la Sicilia (37,5%). Quote più contenute per Emilia-Romagna con 15,9%e. I Neet inattivi erano in valore assoluto nel 2020 un milione 412 mila giovani under 30. In parallelo alla loro elevata presenza, si osserva il paradossale aumento della difficoltà di reperimento del personale, particolarmente marcato per le professioni specializzate e urge dunque un intervento congiunto di sistema per l’emersione, l’intercettazione e la messa a bordo di questi ragazzi, attraverso percorsi di formativi e di tirocinio nelle imprese che Confartigianato promuove e realizza  da anni anche nel nostro territorio“.