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Confartigianato: “Dl Energia bis, le pmi non debbono pagare per le imprese energivore”
A cura dell’Ufficio Stampa
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“Il Dl Energia bis contiene un apprezzabile e condivisibile impegno a sostenere le fonti rinnovabili come soluzione per combattere il cambiamento climatico e per sottrarsi alla dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali di importazione. Tuttavia permane un approccio sbilanciato che privilegia le grandi imprese energivore e penalizza le Pmi”.
Questo il giudizio espresso da Confartigianato, in audizione presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera sulla conversione in legge del Dl 181/2023.
“In particolare, Confartigianato – mette in luce il Gruppo di Presidenza di Confartigianato cesenate (Stefano Ruffilli, Marcello Grassi e Daniela Pedduzza) – considera iniqua l’attribuzione agli oneri generali di sistema pagati in bolletta dalle piccole imprese e dalle famiglie dei costi per sostenere la produzione di energia rinnovabile delle grandi imprese energivore e la loro agevolazione. In questo modo nel 2024 si rischia un impatto di 970 milioni di euro a carico delle Pmi e di 650 milioni per i clienti domestici. La transizione energetica è un obiettivo strategico di tutto il Paese e va perseguito secondo regole di proporzionalità nella partecipazione della collettività ai costi e agli investimenti richiesti dalle politiche pubbliche”.
“Inoltre, per quanto riguarda l’istituzione di un fondo per i programmi di decarbonizzazione delle regioni il cui finanziamento viene posto a carico dei titolari di impianti rinnovabili di potenza superiore ai 20 kW – conclude il Gruppo di Presidenza di Confartigianato cesenate – la nostra associazione richiede una modifica per salvaguardare i piccoli impianti in coerenza con quanto previsto dal Pnrr a sostegno della diffusione dell’autoproduzione tra le piccole imprese”.