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- Cinquantamila firme per la riapertura di parrucchiere ed estetiste
Cinquantamila firme per la riapertura di parrucchiere ed estetiste
A cura dell’Ufficio Stampa
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Ci sono anche varie centinaia di firme del Cesenate, da parte di imprese del settore ma non solo, fra le quasi 50mila raccolte per far riaprire acconciatori e centri estetici nelle zone rosse, bloccare le attività abusive e garantire la sicurezza dei cittadini. La petizione online è stata lanciata il 31 marzo da Confartigianato e dalle altre associazioni dell’artigianato.
“I Presidenti delle tre Confederazioni dell’artigianato e delle pmi – informa il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena – hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Draghi e ai Ministri dello Sviluppo Economico, della Salute e degli Affari Regionali e Autonomie nella quale ribadiscono la richiesta di consentire la riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica nelle zone rosse“.
“Le imprese del settore – aggiunge il Gruppo di Presidenza – hanno accolto con grande senso di responsabilità i rigorosi protocolli igienico-sanitari, rispondendo con diligenza e rigore alle indicazioni del Governo per evitare la diffusione del virus e hanno organizzato le attività su appuntamento in modo da non generare assembramenti. Non è un caso quindi che non vi siano state in questi mesi evidenze di contagi all’interno dei saloni e dei centri estetici, ove è stata sempre garantita la massima sicurezza per operatori e clienti. La sospensione delle attività oltre a creare un danno economico insostenibile ha favorito la rischiosa ed ormai ingestibile proliferazione dell’offerta irregolare, incentivando di fatto l’erogazione di servizi a domicilio, in assenza dei più comuni requisiti igienico-sanitari dettati dalle normative di settore e delle misure anti-contagio previste per lo svolgimento di tali attività. Chiediamo pertanto al Governo – conclude il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena – di intervenire con urgenza prevedendo la riapertura delle attività di acconciatura e di estetica nelle zone rosse per evitare il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini”.